Purtroppo si vogliono ancora riproporre, proprio nei giorni dall’anniversario, tesi sulla strage di Ustica che non aiutano certo a raggiungere finalmente quelle verità che potrebbero garantire ai familiari delle vittime il diritto alla giustizia. La nostra comunità nazionale e le nostre istituzioni dovrebbero fare esattamente il contrario. Dovrebbero cioè mettere in campo il massimo impegno per ottenere da paesi amici ed alleati tutte le notizie necessarie per fare piena luce su quello che il giudice Priore definì “un atto di guerra”, come hanno chiesto domenica a Bologna l’Associazione dei familiari delle vittime e tutti i rappresentanti delle istituzioni locali. Quei familiari e quelle istituzioni che meriterebbero riconoscenza e rispetto per il loro impegno per la verità che ha riscattato anche una storia di depistaggi che ha visto coinvolti settori dello Stato. Chi ha a cuore la nostra sovranità nazionale non dovrebbe avere dubbi nel sostenere la battaglia per la verità dei familiari delle vittime