Non lo salviamo cambiando il nome

Credo che Elisabetta Gualmini faccia bene a sollecitare una riflessione seria e approfondita sul futuro del Partito Democratico. Per quanto mi riguarda non credo che il tema sia un cambio di nome o la creazione di un nuovo ulteriore partito. Dobbiamo ripartire dalle ragioni fondanti del Pd, più che mai di grandissima attualità.
Infatti la scelta di unire i riformismi che hanno scritto la Costruzione e fatto la storia dell’Italia democratica rappresenta un progetto di grandissima attualità. Un soggetto ancora valido per contribuire ad una nuova stagione della sinistra in Europa e contrastare nel paese sovranismo, razzismo, populismo, autoritarismo. Quindi usiamo bene la nostra conferenza programmatica di ottobre. Ragioniamo della nostra identità di come promuovere una classe dirigente nuova ma non improvvisata, seria e competente, di come rompere il rischio di isolamento del Pd e radicare nella societa’ democrazia e partecipazione. E facciamolo oltre le nostre divisioni del passato che ci hanno fatto tanto male, perché tutto il Partito Democratico sia protagonista della nuova stagione da costruire insieme. Non sarà facile ma è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere, è la nostra responsabilità verso i valori in cui crediamo e verso il futuro dell’Italia.

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