Le mie prime considerazioni sul voto di ieri

Il voto referendario di ieri rappresenta un passaggio molto delicato per il Paese. Sono convinto si sia persa una occasione importante di riforma che avrebbe rafforzato le nostre istituzioni e che si apra una difficile stagione di instabilità. Con grande rispetto per chi nel PD si è battuto per il No mi sembra difficile non vedere che non è la Sinistra che ha vinto ieri. Ad una prima lettura dei dati, dalla percentuale dei votanti all’andamento del voto nelle diverse regioni, credo vi sia stato un voto prevalentemente, anche se non esclusivamente, di appartenenza politica più che sul merito della riforma. Il Presidente Mattarella, in un contesto di grande criticità, è un riferimento sicuro dopo le dimissioni di Matteo Renzi, che ieri ha parlato al Paese con grande forza e dignità. Con la prossima Direzione del PD si apre una fase di riflessione nel Partito. Una riflessione che vede una responsabilità particolare delle realtà dove il sì ha vinto, come Bologna. Dirò la mia, se ci sarà l’ opportunità, in Direzione e ne parleremo anche nella iniziativa che abbiamo in cantiere prima di Natale con Merola, Cuperlo e Pisapia. Il PD deve superare il rischio dell’isolamento, tessendo i fili di alleanze politiche e sociali e tornare ad essere una comunità, dove ci si rispetta e si ricostruisce una solidarietà vera anche nei gruppi dirigenti. Un pd che sia ancora di più l’ incontro fra le grandi culture riformiste che hanno scritto la Costituzione e, fin dall’ Ulivo e poi con la nascita del Partito Democratico, hanno condiviso un grande progetto di cambiamento del Paese. E poi certo dovremo ragionare del nostro congresso, per quanto mi riguarda a partire dalla riflessione che faremo in Sinistradem con Gianni Cuperlo. Ci aspettano giorni difficili. Dovremo essere all’altezza per il Paese e per i valori e la storia della Sinistra.

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