Il mio articolo su “Democratica” di oggi sulla formazione politica

Matteo Renzi mi ha confermato l’incarico di Responsabile della Formazione politica del Partito democratico. Lo considero un attestato di stima e fiducia personali ovviamente, ma mi piace credere che sia anche il riconoscimento della validità di un certo modo di intendere e praticare la formazione all’interno di un partito politico, modo che ho cercato di portare avanti negli anni del mio primo mandato.
Mi è capitato di scriverlo già, ma è bene ribadirlo: senza un’adeguata formazione delle classi dirigenti difficilmente la politica potrà recuperare credibilità e uscire dalla crisi di questi anni, che hanno segnato spesso una pericolosa oscillazione tra improvvisazione e carrierismo.
Due sono gli ingredienti fondamentali della formazione politica. Il primo è la pratica: la politica si impara facendola. Non c’è competenza settoriale, per quanto brillante, che garantisca a chi ne è portatore di tradurre quelle competenze in ‘politiche’ efficaci. C’è una pratica, fatta di impegno quotidiano, luoghi e comunità attive che sola può fare di una persona preparata anche un buon politico. Questo resta, al fondo, il quid insuperabile della formazione politica;
Il secondo elemento decisivo è il punto di vista. Per formare le nuove classi dirigenti (formare, dare forma compiuta a ciò che non ne ha) bisogna avere ben chiaro chi sei, qual è il tuo profilo valoriale e culturale, la tua identità. Che naturalmente evolve nel tempo, si modifica, si aggiorna e si arricchisce anche grazie alla formazione politica se questa sa favorire l’incontro, la mescolanza, la sintesi.
Un programma che si pone l’obiettivo di fare della formazione un canale virtuoso di accesso alla politica di forze ed energie nuove e uno strumento permanente a sostegno dell’impegno politico quotidiano ad ogni livello, al governo come negli enti locali.
Queste sono le bussole che ho cercato di seguire in questi anni e che mi guideranno nel nuovo percorso che si apre. Cultura politica, valori, competenze, pratica, il giusto mix che può rendere appassionante l’adesione a un partito da parte di un giovane. Abbiamo organizzato a Roma e in tutta Italia seminari su tanti temi importanti per il nostro futuro: riforma degli enti locali, forma partito, scuola, lavoro, politiche sociali, immigrazione, politica estera, coinvolgendo circa 5000 partecipanti. Abbiamo sperimentato la modalità del seminario on line con ‘Il mondo dopo Parigi’, una raccolta di contributi video inviati a tutti gli iscritti PD. Tutti i materiali audio video dei nostri seminari sono disponibili online sul sito del Partito democratico.
Per la prima volta, abbiamo stipulato una Convenzione con Unitelma (l’università telematica della Sapienza) per un master e un corso di formazione universitaria a distanza. Un percorso di alta formazione politica con un tratto originale rispetto all’offerta formativa universitaria esistente.
Ma soprattutto, abbiamo voluto e realizzato Classe democratica, la prima scuola nazionale del Pd, 400 ragazze e ragazzi (rigorosamente 50 e 50 per cento) dai 17 ai 35 anni che da tutta Italia e per sette week end si sono ritrovati per ascoltare e imparare (spero molto, compresa la passione per la politica), confrontarsi, crescere nel Pd e con il Pd. Questi ragazzi formano oggi una rete duratura, molti di loro sono impegnati in incarichi di partito e istituzionali, e cercheremo di coinvolgere tutti nel lavoro di formazione sui territori. Infatti, ad ottobre partirà il nuovo ciclo di Classedem con due appuntamenti dedicati all’Europa e all’immigrazione, tema epocale e vero spartiacque tra destra e sinistra. Tutte le informazioni saranno disponibili a partire da settembre sul sito del Pd. L’obiettivo è avere Classedem in ogni Regione e nelle unioni territoriali interessate, lavoro già avviato negli anni passati e da implementare. Non tutto può essere gestito dal livello nazionale, né sarebbe utile. Per questo ho sempre accolto con favore ogni iniziativa locale nel campo della formazione come pure ho sempre coltivato uno spirito di collaborazione tra iniziative promosse da realtà diverse, a partire dalla Fondazione del Pd, EYU e dai Giovani democratici. In quest’ottica voglio sottolineare il grande valore della scuola Pasolini, diretta da Massimo Recalcati. Lo scambio e l’apertura reciproci mi paiono l’unica via perché la formazione sia anche la leva per far crescere e tenere unita una comunità politica, ciò che è, in fondo, un partito.

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