Chi scrive è iscritto sia al PD (con incarichi di responsabilità) che all’Anpi (senza particolari funzioni negli organismi dirigenti ma da molti anni, fin da quando William Michelini aprì l’ organizzazione bolognese agli antifascisti che non erano stati partigiani per ragioni anagrafiche e poi da Sindaco di Marzabotto).
Come è noto sono oggi impegnato nella campagna per il sì al referendum costituzionale e, con il massimo rispetto di chi sostiene le ragioni del no, mi sento in questa scelta pienamente coerente con i valori della Resistenza e della Costituzione a cui, come tanti, ho sempre ispirato il mio impegno politico e civile.
PD e Anpi hanno sul referendum costituzionale posizioni diverse. Come sostengo che gli iscritti al PD che vogliano esprimersi per il no lo debbano poter fare auspico che lo stesso possa accadere nell’ Anpi per chi vuole votare sì. E poi soprattutto credo che queste diverse posizioni non debbano tradursi in una sorta di incomunicabilità fra Anpi e PD, non solo in futuro ma anche in questa fase. Anzi confrontarsi nel merito, con rispetto reciproco e delle rispettive posizioni, anche in appuntamenti pubblici, credo possa solo aiutare a svelenire il clima sul referendum costituzionale e a riportare finalmente il confronto sugli effettivi contenuti della riforma.
Nello specifico del tema particolare, oggetto di confronto pubblico in questi giorni, non posso che sostenere la proposta intelligente ed equilibrata a cui sta lavorando il Segretario del PD di Bologna. Naturale che nelle feste dell’ Unità, che sono organizzate dal PD, sul referendum si diffonda la posizione del Partito Democratico che è per il sì, molto positivo ed interessante se PD ed Anpi lavoreranno insieme ad un dibattito dove confrontarsi nel merito sulle rispettive valutazioni sulla riforma costituzionale.