Sulla situazione dell’industria italiana autobus (IIA) manca chiarezza ma noi vogliamo guardare alla sostanza e senza alimentare polemiche. Se il governo farà lo stesso, troverà nel Pd una sponda solida. Dobbiamo lavorare nell’interesse dei lavoratori e per un forte sistema industriale del Paese. È questa la posizione espressa in aula, stamane alla Camera, da me e Gianluca Benamati nel corso della replica al ministro Di Maio all’interpellanza urgente presentata dal Partito Democratico sullo stato della trattativa con IIA – azienda nata nel 2015 attraverso il raggruppamento dell’ex Bredamenarini di Bologna e l’Irisbus di Avellino – per capire come il governo intenda affrontare la situazione aziendale, assicurando l’erogazione degli stipendi e degli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori . Illustrando l’interpellanza ho sottolineato come il governo abbia fatto tante promesse e si sia assunto molti impegni, ma come ora sia necessario essere conseguenti per garantire il futuro dell’azienda a fronte di un contesto che lascia aperti spazi di iniziativa, perché ci sono ordinativi per 1100 autobus. La regione Emilia Romagna è intervenuta direttamente per anticipare i pagamenti delle consegne, attivando le società di trasporto pubblico locale. Da settembre a dicembre c’è stato un preoccupante balletto di responsabilità con l’annuncio dello stesso ministro Di Maio dell’entrata delle Ferrovie nella azienda che poi non c’è stato. Tutto questo ha creato una serie di problemi e ha permesso di consegnare temporaneamente la maggioranza al socio turco Karsan, assistendo anche a spostamenti di parte della produzione in Turchia. C’è poco da essere soddisfatti quindi a parte l’impegno delle regioni Emilia Romagna e Campania. Manca ancora il socio privato, un credibile piano industriale e soprattutto un collegamento e un confronto tra lavoratori e sindacati. A nome del Pd quindi è stato richiesto di riattivare quanto prima un tavolo con le parti sociali.