Di seguito il testo della mia intervista rilasciata oggi a Roma a Elisabetta Graziani della agenzia di stampa Lapresse:
Il deputato Pd Andrea De Maria, di recente diventato tesoriere del gruppo alla Camera, analizza l’ipotesi sempre più concreta che il Partito democratico sia chiamato a sedersi a un tavolo da qui a qualche giorno con il Movimento Cinquestelle, qualora il rapporto Salvini-Di Maio dovesse interrompersi del tutto.
Secondo lei è importante consultare gli iscritti del Pd sulla possibilità di aprire un canale con i Cinquestelle? Io penso che, se ci saranno decisioni da prendere, sentire gli iscritti sarà un fatto molto importante: il coinvolgimento della nostra gente, di chi fa vivere il Pd, è sempre fondamentale in particolare in una fase delicata come questa. Le forme e i modi li dovremo valutare quando sarà il momento. Adesso non abbiamo chiaro che scenario si realizzerà quindi credo sia fondamentale che nei gruppi dirigenti si abbia in mente questo coinvolgimento degli iscritti.
Quali le condizioni per un dialogo con il M5S? Per quanto mi riguarda condivido molto l’intervista di Rosato sul Messaggero: prima di tutto i Cinquestelle devono fare chiarezza su ciò che vogliono fare, devono dire con chiarezza se c’è un’interlocuzione con il Pd o con la Lega Nord. Se lo vogliono fare con la Lega, provino a farlo. Se, invece, vogliono avere un dialogo con il Pd, devono chiarire che è chiuso il percorso di costruzione del governo con il Carroccio. Per ora si sono spartiti tutti i posti di potere fino a votare per la presidenza del Senato la Casellati che si è occupata per Berlusconi del tema più delicato di tutti: la giustizia. Per ora i Cinquestelle hanno avuto un rapporto privilegiato con la Lega per quanto riguarda tutte le nomine, senza tenere conto di una logica istituzionale. Vedremo cosa faranno loro: penso sia giusto richiamarli a fare chiarezza.
Per sedersi allo stesso tavolo è indispensabile che il M5S si rimangi i giudizi negativi sul governo Renzi? Per quanto riguarda il Pd noi dobbiamo stare alle cose sagge decise finora in modo collegiale. Prima di tutto, chi ha vinto le elezioni ha il dovere di provare a dare un governo al Paese. Se non riusciranno, dimostreranno la loro incapacità. Noi abbiamo sempre detto che, se ci sarà un presidente incaricato che chiederà un confronto al Pd, è giusto che il Pd vada a questo confronto. Ci andiamo senz’altro con una linea chiara rispetto al rapporto fra i partiti.
Fino a che punto il Pd si può spingere nel dialogo con i Cinquestelle? Sarà una decisione collegiale del partito: finora abbiamo discusso tutti i passaggi, li abbiamo definiti insieme. Occorre vedere cosa accade: le discussioni vanno fatte al momento giusto. Dipende da chi farà il presidente del Consiglio.
Quando si terrà l’assemblea del partito? Mi pare giusto che si ragioni su di una data quando sarà più chiaro lo scenario del governo . Ho condiviso la scelta di collocare l’assemblea in una data diversa dal 21 aprile.